In attesa della terza edizione del Concorso Nazionale di Poesia
“Vitulivaria”, prevista per l’inizio del 2015, riporto di seguito uno
stralcio dell’introduzione al volume antologico che prende il titolo del
Concorso e che racchiude una selezione delle poesie premiate e
segnalate, scelte faticosamente tra le oltre duecento opere pervenute da
tutta Italia. Con infinito piacere ho visto crescere sia la quantità
che la qualità delle poesie presentate e questo induce senz’altro a
continuare nell’impegno di portare avanti un percorso che si snoda
attraverso inevitabili difficoltà, sia organizzative che di reperimento
fondi. Mi auguro di riuscire, tuttavia, a concretizzare la realizzazione
di questa terza edizione che, come in precedenza, vedrà il
coinvolgimento degli studenti ed avrà una sezione a tema.
“… Stupisce, nella lettura dei versi contenuti nella raccolta, la
presenza di un rapporto costante tra poesia e realtà, tra poesia e
società. Attraverso la versificazione, si concretizza la percezione
delle aporie del reale e l’intensità con la quale i diversi poeti
percepiscono ed esprimono le contraddizioni del mondo reale è certamente
ricollegabile al fatto che essi cercano di recuperare un legame che
esiste tra vita e scrittura. Per gli autori considerati, la poesia
svolge un ruolo essenziale perché consente loro di accedere ad uno
spazio più autentico che permette di superare ( o tentare di farlo) gli
ostacoli esistenziali. Ho sempre sostenuto che scrivere poesie
rappresenti in fondo uno dei più intensi e combattuti bisogni
comunicativi dell’essere umano. Storicamente, peraltro, può essere
considerata la prima forma di espressione delle proprie emozioni sino a
rappresentare quasi un vero e proprio scrigno dove trovano rifugio
sentimenti, dispiaceri, esperienze, sensazioni che scaturiscono dal
confronto quotidiano con una società contemporanea che travolge
inarrestabile ogni forma di ripiegamento interiorizzato nella
riflessione del proprio universo vitale. L’analisi testuale ha
consentito l’identificazione, nelle opere poetiche esaminate, di alcune
costanti, riconducibili principalmente a nodi fortemente collegati l’uno
all’altro. Il primo elemento comune corrisponde alla presenza di una
riflessione metalinguistica che si sviluppa attorno alla scoperta del
duplice valore dello strumento poetico. Ecco dunque realizzarsi una
sorta di trasfigurazione della parola che veicola un linguaggio
articolato nell’analisi del vissuto; proprio nella variazione della
parola, nelle sue molteplici possibilità, la poesia finisce con l’essere
liberazione dai limiti, dalle paure, dalle coercizioni, raffigurando
quasi una via di fuga. In questa sua potenza liberatoria sta anche la
funzione salvifica che alcuni attribuiscono alla poesia, ritenuta quindi
una naturale forma espressiva nella quale incanalare il proprio
disagio. Nonostante quindi le profonde trasformazioni sociali e
culturali che hanno prodotto un cambiamento nel mondo della
comunicazione e dei linguaggi, con il trionfo dei mass media e
dell’informatica che ha portato con sé delle forme comunicative non
verbali e spesso alienanti, la poesia trova ancora modo di sopravvivere
e, anzi, di essere indicata, proprio per la sua semplicità costitutiva,
quale alternativa possibile alla crisi della comunicazione che investe
il nostro mondo contemporaneo. A testimonianza di ciò può essere
indicativa la grande partecipazione ottenuta nella seconda edizione del
Concorso Nazionale di Poesia “Vitulivaria”. Oltre duecento poeti hanno
fatto sentire la loro voce, hanno comunicato emozioni, sentimenti, stati
d’animo, riflettendo il momento storico contemporaneo, rivivendo le
sensazioni a seguito di avvenimenti tragici, esprimendo condivisione e
facendo sentire la propria presenza.”
Maria Rosaria Teni
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